Attraverso la memoria sempre lucida di Rosa Marchetti ( l’ANNETTA) di Sommocolonia,
ultranovantenne al momento che la recitò,
siamo riusciti a ricostruire questa bellissima poesia scritta dal poeta del paese ( Pierucci),
in occasione del triste evento del terremoto del 1902.
Nel millenovecentodue precise
Il dì cinque di marzo, la mattina, un terremoto a noi ci diede avviso
Fece tremar la camera e cucina
E questo crollamento all’improvviso
Che fa tremar la grande e la piccolina
Uomini, donne, tutto in un momento saltano il letto lesti come il vento.
A dir la confusione e lo spavento
Che ciascuno provò in quella giornata,
pareva che cadesse il firmamento
perciò resta la casa abbandonata.
Si forma all’aria aperta un reggimento
D’una popolazione addolorata
Sommocolonia addio, dove anderai
Che questa volta disfatta sarai.
Di terremoti ne veniva assai
Che lungo il giorno ne venne 28
Quello che spaventò noi più che mai,
o redentore mio, fu quello delle otto.
Di camini caduti rimirai
Ma grazie a Dio nessun ci restò sotto
Quello che spaventò a ciascun la fronte
Vedendo torba l’acqua della fonte,
e le persone nella piazza prone,
che sembrava il giudizio universale.
Pareva che cadesse tutto il monte
Ognun di noi ci si guardava male.
Trema la terra come se fosse un ponte
Perciò si va alla chiesa parrocchiale
Fiduciosi si andiede tutti avanti
A contar litanie di tutti i Santi.
Onde si accese un gran focarone.
Qualcun nella notte se ne andava,
prendendo alloggio in qualche capparone.
A dire il vero, tutti appassionati,
la notte si passò da disperati,
spesso da terremoti tentennati:
Ma grazie a Dio venivano pianino.
Di giorno chiaro siamo ritornati
ma spaventati come Musolino
Di nuovo alla chiesa radunati
Grazie chiedendo al Redentore divino.
Queste sono giornate per pregare
E non si parli più di lavorare
È passata la voglia di mangiare
E poi del pan non se ne trovava,
I barghigiani fecero scappare
E pane a Barga non si fabbricava.
In questi giorni cessi il mormorare
Un gran peccato è la mormorazione,
dunque, si cessi in tutte le persone
e chi di mormorar da la ragione
ora sarebbe di troncar la via,
e peccatori facciano attenzione
che è tempo di pregar Gesù e Maria.
Il giorno sesto marzo è terminato
Lievi scosse si senton raramente
Ma di cuore ciascun ha pregato
Che Iddio le manda tutte leggermente, e
Ecco il settimo giorno a noi presente
Chi non farà retta a questo mio sermone
Si troverà pentito in agonia.
Se il popolo di Dio vien castigato
È sempre per cagione del peccato.